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Segni di condivisione e speranza da Ac parrocchiali e singoli iscritti (12)

C’è ancora il profumo di Pasqua nei racconti di vita che stanno arrivando alla redazione del sito [email protected]. Maria Rita Pedrazzini dell’Ac di Menaggio si augura che presto torni l’eco delle voci dei bambini e ricorda don Carlo Basci, già parroco di Menaggio, uno dei sacerdoti rapiti da Covid 19. Giorgio Lurati e Aurelia Casartelli dell’Ac di Parè sono certi che tanta sofferenza non sia vana e che si possano presto riprendere gli incontri di formazione, di preghiera, di ascolto della Parola. Cia Marazzi dell’Ac diocesana, 95 anni, in una telefonata scoppiettante richiama la forza della preghiera e ricorda un episodio storico riferito alla pandemia, Paolo Bustaffa dell’Ac di Prestino dal Monte Croce, luogo della memoria e dell’impegno sociale dell’Ac, parla di un vento che, in un tempo difficile, solleva oltre il cielo le domande dell’uomo.

Da Menaggio

Petali colorati di speranza e gratitudine. È difficile tradurre in parole tutti i pensieri, le emozioni e i sentimenti che attraversano il cuore e la mente in questo tempo così diverso da tutto il resto della nostra vita… Le mie giornate di insegnante di Scuola dell'Infanzia, catechista, educatrice Acr, sempre colme di incontri, impegni comunitari, attività da preparare, hanno rallentato il ritmo. Giorno dopo giorno si è persa l’eco delle voci vivaci dei bimbi, delle risate dei ragazzi in oratorio, per me quasi “cibo” quotidiano, insieme al Pane Eucaristico che tanto mi manca; i loro sorrisi così unici e speciali si sono trasformati in fotografie, che ho dentro impresse e cerco di portare a Gesù nella preghiera… Ma durante la Settimana Santa, in questa assenza sono state seminate parole di Vangelo e a Pasqua sui vetri delle nostre finestre e sul sito dell’oratorio sono sbocciati tanti fiori colorati! Un “grazie” a don David che quotidianamente ci ha accompagnati con riflessioni e preghiere, invitandoci a preparare una grande margherita, colorando ogni giorno un petalo con una tinta diversa e profumandolo con una parola o una frase speciale. L'altro Grazie va naturalmente all'entusiasmo dei ragazzi (piccoli e grandi!): i loro volti sorridenti nei selfie col fiore hanno colorato di Speranza questa Pasqua così diversa! A Menaggio avevamo davvero bisogno di un raggio di Luce, che raggiungesse il cuore della nostra Comunità segnata dal dolore per la morte di Don Carlo… E così, ancora una volta, la fede fresca e giovane di don David e la semplicità dei “piccoli” (“tutti siamo stati bambini” ci ricorda il Piccolo Principe!) ci hanno aiutato a far risplendere le nostre lacrime di gratitudine per il tanto Bene ricevuto e hanno permesso ai nostri cuori di accogliere il Profumo di Gesù Risorto, che sempre cammina con noi! Mariarita Pedrazzini, Ac Menaggio

Da Paré

L’attesa: dalle pagine alla vita. Per l’incontro Adulti di febbraio avevamo scelto sul testo associativo, la tappa che ha per titolo “L’attesa. Nel cuore della Quaresima ci sembrava importante meditare e confrontarci su questo argomento. La realtà invece ci ha “chiesto” non tanto di incontrarci, ma di viverlo in modo singolare e personale, sperimentare come l’attesa sia valore fondamentale per il credente, un atteggiamento, questo, da vivere pienamente rendendo questo tempo “opportunità” che ci prepara a un traguardo che non delude. Allora, anche senza poterci trovare, facciamo tesoro di ciò a cui dobbiamo rinunciare, certi che nulla di ciò che accade deve essere visto come sconfitta se il nostro sguardo resta fisso sul Signore Risorto! Giorgio Lurati, Ac Parè

Mi sono mancati quei giorni di silenzio. Tutti gli anni in Quaresima ero solita partecipare agli Esercizi Spirituali, di Ac preziosa occasione per ritrovarsi assieme e ricaricare lo spirito. Quest’anno, per la pandemia, non si sono potuti svolgere. mi sono mancati questi giorni di silenzio, preghiera ascolto della Parola e confronto. Aurelia Casartelli, Ac Parè

Dalla bellezza di 95 anni

Dio aiuti anche gli uomini di scienza. “Anch’io seguo la Messa e il Rosario in tv ma sento molto la mancanza dell’Eucaristia e della comunità. Spero che presto si possa tornare nelle nostre chiese a vivere questi incontri belli e fondamentali per la nostra fede. La relazione con Dio e le relazioni con gli altri hanno bisogno di una vicinanza, di un affetto, che un video non consente”. E’ il primo commento di Cia Marazzi, 95 anni, nel corso di una telefonata che sembra brevissima mentre dura moltissimi e piacevolissimi minuti. E’ un fiume in piena il racconto di Cia che inizia con il dire: “Sono diventata la disperazione della mia “tata” Lucy che è filippina, mi legge il giornale perché ormai vedo poco o nulla. Con le sue telefonate ai parenti lontani mi fa anche comprendere quanto questa epidemia sia diffusa nel mondo”. E poi l’immancabile affondo storico. “Mi raccontava una mia amica, che conosceva bene suor Pascalina Lehnert, la suora tedesca al servizio di Pio XII, che un giorno il Papa ricevette in udienza i pastorelli di Fatima. Anche suor Pascalina era presente e, molti anni dopo, raccontò che Pio XII apprese dai piccoli che una pandemia avrebbe costretto a non celebrare le messe. Il Papa rimase profondamente scosso. Anche noi lo siamo oggi”. Infine un appello: “Noi abbiamo un’arma per combattere questo virus di fronte al quale anche la scienza barcolla: la preghiera. Non significa non aver fiducia nella scienza, significa chiedere a Dio di aiutare anche gli uomini di scienza, a trovare una soluzione”. Cia Marazzi, Ac diocesana

Dal Monte Croce (Como)

“Un pomeriggio di sole nello spiazzo dove si innalza la croce sul monte sovrastante la città di Como. Da sei anni, a fine settembre. un gruppo di Ac qui si è raccolto in preghiera ricordando chi pose questa croce mentre infuriava la guerra. Poi si scendeva a valle per incontrare e condividere pensieri e progetti sull’impegno dell’Ac per il bene comune. Oggi da questo piccolo terrazzo sul lago si avverte il silenzio della città, un silenzio che a tratti viene interrotto dal suono della sirena di un’autoambulanza e dal frastuono delle pale di un elicottero diretto al vicino ospedale. Oggi c’è una sofferenza diversa. Laggiù il santuario dove si venera il Crocifisso miracoloso, la cattedrale e le altre chiese dove da molto tempo la comunità non si incontra attorno all’Eucaristia. Le domande nel silenzio sono più forti ma sono quelle di tutti: “Perché tutto questo? Fino a quando?” Qui sul monte le domande sono come le foglie. C’è però un vento che non le lascia cadere, le porta in alto, oltre il cielo sopra la città”. Paolo Bustaffa, Ac Prestino