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Famiglie: educarsi per educare avendo nel cuore il mistero dell’altro

L'8 febbraio si è tenuto l'incontro organizzato dall'Équipe Famiglia con Johnny Dotti

“Educare è accompagnare il venire al mondo del mistero dell’altro”. È questo il filo conduttore che Johnny Dotti ha sviluppato nella giornata di sabato 8 febbraio organizzata dall'Équipe Famiglia, offrendo alle numerose famiglie intervenute a Gravedona tutta la sua esperienza per comprendere l’importanza del ruolo educativo. Un ruolo dimenticato negli ultimi decenni, schiacciato tra il potere della tecnica e la venerazione di idoli quali la sicurezza, la velocità, l’efficienza. Certezze che ci illudono di farci vivere meglio ma che in realtà riducono l’esperienza, l’unico spazio dell’educazione possibile, il tempo in cui i ragazzi sono esposti alla realtà.

L’educazione ha bisogno di corpo e non è un caso che per noi cristiani il mistero avvenga sempre attraverso l’incarnazione. Ma i ragazzi di oggi fanno poca esperienza del proprio corpo, serviti dai “genitori-tassisti” che li accompagnano freneticamente nell’evasione della fitta agenda quotidiana, vittime innocenti delle mamme squalo che per amore dei figli li iperproteggono in tutte le loro attività.

Sposato e padre di una settantina di figli (di cui due biologici), imprenditore sociale, pedagogista e docente all’Università Cattolica di Milano, Johnny Dotti ha saputo affrontare con abilità il tema dell’educazione alternando sapientemente forte concretezza e provocazioni continue, due elementi che dovrebbero essere molto familiari per noi cattolici, in quanto impregnanti la buona novella che siamo chiamati ad annunciare.  Attraverso alcune icone evangeliche è stata evidenziata l’importanza della Comunità come mezzo di trasmissione dell’educazione, un tessuto di relazioni in cui ognuno si fa carico dell’educazione dei ragazzi indipendentemente dalla propria genitorialità, componente dimenticata nella nostra fragile convinzione di riuscire a bastare alla nostra famiglia racchiusi nella sicurezza dei nostri appartamenti da cento metri quadrati.

Una Comunità non solo raccontata ma anche sperimentata, grazie alla preziosa collaborazione del Vicariato di Gravedona che ha accolto e accompagnato i presenti nei vari momenti della giornata, dall’animazione per i bambini alla lauta cena. Dopo la preghiera guidata da don Roberto Secchi, il ritorno a casa. Sicuramente con qualche nuova domanda ma con la certezza di avere fatto una ricarica di forza e speranza per affrontare la sfida educativa che ci attende. All’incontro hanno portato il saluto e il ringraziamento di tutta l’Ac l’assistente diocesano e il presidente diocesano che con l’assemblea di domenica 16 febbraio lasceranno il loro servizio in associazione.

Famiglia Marini

P.S. Prossimo appuntamento è il Cadifam di cui pubblichiamo la locandina con programma e informazioni utili.