Secondo giorno del Convegno Nazionale Presidenti e Assistenti Diocesano.
Questa mattina mons. Gualtiero Sigismondi ci ha proposto la lectio divina sul Vangelo degli orientamenti del triennio: Mc 4, 35-41. Una riflessione profonda che consiglio a tutti di leggere o vedere per intero (sul sito dell'AC Nazionale https://azionecattolica.it/passiamo-allaltra-riva-mc-435-41-lectio-sugli-orientamenti-del-triennio/). Ci ha detto qual è il dono che l’Ac può fare alla Chiesa in Italia: dobbiamo educare al lavoro di squadra. In una barca se non c’è lavoro di squadra non si risolvono i problemi. L’Ac è chiamata a testimoniare che la tensione tra il camminare e lo stare insieme è il frutto e la condizione della Pentecoste. Lo spirito non scende se ci trova divisi! Non trova la pista di atterraggio! E’ costretto a sorvolare. Proviamo a pensare quando in una nostra riunione non c’è comunione…
Mons. Erio Castellucci, parlando del sinodo della Chiesa italiana, ci ha proposto la figura della piramide rovesciata. Non si parte dalle parole del Papa per poi arrivare alla base dei fedeli. Si deve partire dalla consultazione del popolo di Dio, dall’ascolto della realtà. Sarà una chiesa diversa quella che ascolta senza l’ansia di rispondere. Anche Gesù nel Vangelo chiede spesso, cerca di far uscire cosa le persone hanno nel cuore. Anche se non le pensiamo all'interno della Chiesa. Lo spirito infatti è all'opera anche fuori dai confini della chiesa, “dove un uomo cerca la verità e compie il bene” (Giovanni Paolo II).
 
Infine tra presidenti e assistenti ci siamo confrontati su “Cura e promozione associativa”, come tradurre concretamente l’attenzione alle vite delle persone che intrecciano le nostre esperienze. Siamo in Ac perché ci siamo sentiti accolti e accompagnati da qualcuno che si è fatto volto del Signore per noi. Deve trasparire allora una chiesa fatta di persone, non di mura o di strutture. Fatta di persone che non si sono scelte ma che si fanno famiglia.