loader

Assemblea Diocesana - Impossibile? Allora si farà - la parola al Presidente

"Impossibile? Allora si farà!" quale messaggio l'associazione intende lanciare attraverso il titolo dell'assemblea diocesana di domenica 13 marzo?


Abbiamo scelto come titolo per la nostra assemblea il motto di Armida Barelli. A poche settimane dalla sua beatificazione, che avverrà il prossimo 30 aprile, ci piace ricordarla come una donna che non si è fermata davanti alle difficoltà del suo tempo, ha saputo andare oltre il timore di un compito molto impegnativo e superare quelli che pensava fossero i suoi limiti e le sue inadeguatezze, avendo fiducia nel Signore che l’aveva chiamata.

È un grande esempio per noi oggi: abbiamo davanti sfide impegnative, per l’associazione, per la Chiesa, per il Paese; le parole e l’esempio di Armida Barelli ci danno fiducia, ci spingono a non fermarci. Dovremmo scriverci questo motto sul cuore e spesso richiamarlo alla mente, quando ci lasciamo prendere dalla stanchezza, dalla fatica, per ricordarci che tutto è davvero possibile.


Come va letto il sottotitolo della stessa assemblea "Un' Ac radicata nel territorio e aperta al mondo"?

L’Ac coi suoi 1500 associati è presente in 60 parrocchie o associazioni territoriali. Il primo spazio di impegno è dunque il nostro territorio, le nostre comunità. Desideriamo dare nuovo impulso a questo livello, perché è lì che si vive la popolarità dell’associazione, e lì che possiamo rigenerare il tessuto associativo. Si tratta di prendere l’iniziativa, aprirsi al mondo che ci circonda, trovare spazi inediti di presenza e sperimentare vie nuove per andare oltre l’indifferenza religiosa, senza paura di affrontare temi scomodi o poco dibattuti.


Un tema che è al centro dell'attenzione e dell'impegno è quello delle "alleanze": perché intendete rafforzarle o promuoverle?

A volte si ha il timore che stringere alleanze porti con sé una perdita di identità. Io penso che sia vero il contrario. Quando a momenti specifici di vita associativa sappiamo affiancare esperienze di cammino condiviso con altre realtà dentro e fuori la Chiesa, allora l’associazione può dare il meglio di sé. Abbiamo la consapevolezza che questo tempo va attraversato insieme e il fare alleanze è la direzione giusta.


Stiamo uscendo dalla pandemia: cosa ha insegnato questa esperienza che ha messo a dura prova le relazioni che sono una grande ricchezza dell'Ac?

Durante la pandemia, la rete di relazioni dell’Ac si è lacerata, ma non si è strappata, ha retto. Ora si tratta di ricucirla dove ha ceduto. Non neghiamocelo: i problemi ci sono. Accanto a persone che con entusiasmo ritornano agli incontri in presenza, perché non vedevano l’ora di poterlo fare, vediamo la fatica di tanti (di tutte le età) che invece esitano a uscire di casa, a riprendere ad impegnarsi e a partecipare. Per questo è importante cercare le persone una ad una e ridare a tutti, luoghi e opportunità per frequentarsi.


Il prolungato distanziamento sanitario in che misura ha influito sul dialogo tra giovani e adulti?  

Il messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace di quest’anno ci ha riproposto il tema del dialogo intergenerazionale. La nostra associazione ha questa caratteristica scritta nel proprio DNA, ma non va data mai per scontata! Per me è un’esperienza straordinaria vivere questo aspetto dell’associazione negli incontri di Presidenza e del Consiglio Diocesano: auguro a tutti di poter vivere un confronto così bello e aperto tra giovani e adulti.


L'assemblea si svolge mentre il Sinodo diocesano si avvia alla conclusione: quali valutazioni da parte dell'Ac? 

L’Ac, dopo aver collaborato dall’inizio e per tutto il cammino sinodale, sta ora contribuendo con tutti i sinodali alla stesura finale del documento. C’è la speranza che dal sinodo escano indicazioni importanti per la vita della nostra Chiesa di Como. Ma già ora penso che vada sottolineata la prima profezia: l’importanza che lo stile sinodale diventi stile permanente per la Chiesa. La chiesa, già oggi e sempre più negli anni prossimi, avrà bisogno di laici formati, capaci di impegnarsi a fianco dei sacerdoti col metodo della corresponsabilità. L’Ac, che da sempre è impegnata nella formazione dei laici, su questo può dunque offrire il suo aiuto, abbiamo ad esempio avviato in alcuni vicariati dei percorsi formativi sulla corresponsabilità.