Il nostro piccolo viaggio inizia così: sei educatori dell’ACR di Semogo scendono dall'Alta
Valtellina per dirigersi a Roma, alla Domus Mariae. Sulle spalle zaini più grandi di noi con
tutto l’occorrente per la nostra avventura. Partenza dalla stazione di Tirano, venerdì sera, 26
novembre, con il treno delle 17.08 diretto a Milano Centrale.
Prima meta raggiunta. Sospiro di sollievo. Ma poco dopo, primo intoppo: controllo dei
documenti d’identità da parte dell'Esercito. Agitazione alle stelle, tremarella alle gambe e
sudorazione a freddo. Passati i controlli con successo, continuiamo il nostro viaggio in
metro, diretti in piazza duomo. Cena con panini portati da casa, con sottofondo musicale da
parte degli artisti di strada. Mentre addentiamo i nostri panini, ci incantiamo ad osservare le
meraviglie e le stranezze del mondo di città: vestiti alla moda, culture diverse, modi di
parlare differenti...e una diretta del tg2 in galleria Vittorio Emanuele II. Idea del momento:
scegliamo l’utilizzo del piedibus e scartiamo l’idea dei mezzi pubblici per raggiungere la
seconda prossima meta: stazione Milano Porta Garibaldi. La prossima volta faremo il
contrario...un mal di piedi! Ore 23.20, binario 16, treno diretto a Roma Tiburtina. Saliamo
nella nostra carrozza ed entriamo nelle cuccette. Chiudiamo gli occhi, buonanotte a tutti.
Finalmente li riapriamo nella capitale. Prendiamo ancora una volta la metro. Tutti diretti
verso i Musei Vaticani. Mattinata vissuta come turisti. Grazie agli studi fatti a scuola, ci auto
facciamo da guide turistiche. C’è un proficuo scambio di nozioni riguardante la storia
dell’arte, soprattutto per quanto riguarda la cappella Sistina. E arrivati a Roma come non si
può mettere piede nella grande piazza di San Pietro? Foto scatto davanti alla grande cupola.
CHEES!
Pranzo in compagnia di tanti piccioni e con un via vai di gente che osserva e guarda la
bellezza della città. Ci avviciniamo sempre di più alla nostra meta.. ma anche la fontana di
Trevi merita una visita. Lasciandocela alle spalle lanciamo un soldino come porta fortuna
nell'acqua mentre dentro di noi sorgono tanti desideri.
Ore 14.30 accoglienza alla Domus Mariae. Ore 15, inizio del seminario, il vero motivo della
nostra partenza. Il tutto parte con l'introduzione della responsabile nazionale Acr, Annamaria
Bongio. Apre il convegno con la nostra prima foto di questo viaggio. Ci sentiamo
protagonisti, orgogliosi nel rappresentare la nostra diocesi, e sinceramente anche un po’
imbarazzati: tutti ci stanno guardando! Le emozioni sono tante: per tutti noi è la prima volt ad un seminario di AC, per altri invece un’occasione, dopo tanto tempo, per ritornare a
sentirsi parte di un'associazione con persone provenienti da tutto il resto d’Italia. I primi
interventi sono da parte di Pierpaolo Triani, pedagogista dell’Università del Sacro Cuore e di
Ilaria Rodella, che ci riempiono completamente di spunti e soprattutto di domande. Domande
relative a come educare i nostri ragazzi nel modo migliore, ascoltando e accogliendo le loro
idee, adoperarsi non per i ragazzi, ma con i ragazzi, coinvolgendoli e facendoli vivere più
profondamente l’esperienza dell’ACR. Cosa c’è nel loro cuore? Chi sono? Cosa vivono?
E quello che vivono cosa mi tocca, come mi interpella? In un secondo momento, proprio
i ragazzi e acierrini, anch’essi collegati da varie parti d’Italia, diventano protagonisti del
seminario. La parola va a loro. Ci mostrano, in modo scherzoso, attraverso giochi e dialoghi,
il loro punto di vista sul tema: perchè fare domande?
Le risposte sono tante, simpatiche e differenti tra loro. All’improvviso, di fronte a tutti questi
grandi perchè, si apre dentro di noi un vuoto. Un vuoto abitato da un vero senso di
riflessione sul nostro percorso educativo svoltosi fin ad ora. Ma il seminario non finisce qui.
Abbiamo la possibilità di ammirare la città sotto la pioggia la quale la rende ancora più spettacolare in quel clima serale di fine novembre. Il seminario prosegue con una piccola
celebrazione presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Momento di raccoglimento
e preghiera presieduta da Don Francesco Marrapodi, assistente centrale dell’azione
cattolica ragazzi. Riflessione centrata sul più grande SI' della storia evangelica, quello di
Maria, e l’amore che ebbe San Giuseppe nell’ascoltare e seguire la voce del Signore.
Vengono poi citate queste parole, riprese da don Tonino Bello:”...ma io penso che hai avuto
più coraggio tu a condividere il progetto del signore. Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del
creatore. Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu
hai avuto più speranza. La carità ha fatto il resto in te e in lei”.
Ma...che fame! Segue una buona cena a buffet. Riempiamo i nostri stomaci, ma ora la
stanchezza si fa davvero sentire...rientro in metro alla Domus Mariae
Contapassi: 18 km, 6 km in più rispetto al giorno precedente. Crolliamo nel sonno in pochi
secondi. Sveglia ore 7.30. Essendo puntuali sulla tabella di marcia, abbiamo la possibilità di
gustarci una ricca e abbondante colazione. Ore 8.30, messa nella cappella. Finita, ci
ritroviamo nella sala conferenze. Segue un confronto e dibattito tra ACR e AGESCI.
Ore 11.30. La parola ritorna ad Annamaria Bongio. Conclusioni piene di gioia, contentezza e
soddisfazione per aver vissuto 24 ore insieme; di aver condiviso nella pienezza dubbi,
domande e perplessità, perchè attraverso di esse abbiamo la possibilità di interrogarci,
chiederci cosa non va e raddrizzare il tiro. Il centro sono i nostri ragazzi, la loro voglia di
vivere appieno ogni esperienza di vita. Loro sono il futuro della nostra associazione! E per
concludere un sorriso con la responsabile nazionale ACR.
Ore 12.30, prendiamo i nostri zainoni, ci dirigiamo, per l’ultima volta, con la metro, verso
Roma Termini. Freccia Rossa ci aspetta. Ore 14.20 ripartiamo per tornare a Milano centrale
per poi proseguire fino a Tirano. Otto ore di viaggio caratterizzate da pisolini, confronto e
tante risate, date forse anche dalla stanchezza che ci accompagna per tutto il ritorno verso
casa. Si è creata una bella atmosfera di amicizia vera dove negli altri abbiamo potuto
intravedere uno sguardo evangelico verso la vita. Un’esperienza sicuramente da rifare,
perchè esperienze come queste, con il tempo, diventano bei ricordi da raccontare e rivivere
nella propria mente. Anche perchè è con le belle cose che il nostro cuore si riempie e si
arricchisce.
Erica, Arianna, Gioia, Noemi, Milena e Federico (il più coraggioso in mezzo a
cinque donne!).