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AC - Il campo itinerante di quest’anno, ci ha offerto tante cose belle, buone e vere.

Il luogo. La Valmalenco ci ha accolto nei giorni torridi di questa estate con un abbraccio fresco, e ci siamo riempiti gli occhi di bellezza. Il rifugio Gerli – Porro, il Lago di Lagazzuolo, ma soprattutto il rifugio Del Grande – Camerini con la maestosa parete nord del Disgrazia, ci hanno rimesso in sintonia con il Creato, ci hanno allargato polmoni e cuore, hanno compensato ampiamente la fatica della salita.  Abbiamo però anche visto con i nostri occhi, un Creato sofferente, ci siamo sentiti responsabili di una Natura che patisce l’egoismo dell’uomo.


Le persone. Un gruppo molto eterogeneo, in tanti ci conoscevamo già, ma c’erano anche volti nuovi. E’ bastato un attimo per creare complicità, attenzione uno all’altro, confidenza, allegria. Non è scontato, non è da tutti. Il dispiacere che fossero solo tre giorni alla fine era davvero palpabile. La fraternità nel cammino è qualcosa di prezioso.


Il Signore. Avere don Bruno con noi, celebrare l’Eucarestia ogni giorno, riflettere insieme e condividere i nostri pensieri, sono stati il cuore pulsante del nostro campo.  Tutti abbiamo portato noi stessi, le nostre gioie e le nostre fatiche. Ci siamo sentiti liberi e custoditi: Fratelli Tutti proprio come nell’Enciclica di Papa Francesco che ha accompagnato le nostre giornate. Abbiamo sentito la presenza del Signore nelle montagne e tra di noi: una delle cose più belle, più buone e più vere che si possa vivere.

Marina