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AC - Assemblea Nazionale 25-28 aprile - dai nostri partecipanti

"Poco fa, passando in mezzo a voi, ho incrociato sguardi pieni di gioia e pieni di speranza. Grazie per questo abbraccio così intenso e bello."  Così papa Francesco ha salutato gli 80.000 associati provenienti da tutte (sì, tutte!) le diocesi d’Italia, che lo hanno accolto in Piazza S. Pietro. È sorprendente come papa Francesco abbia saputo cogliere in pochi attimi il clima della piazza. Si respirava la gioia di ritrovarsi insieme, di stringersi intorno al papa per ringraziarlo del suo affetto per l'associazione e per sostenerlo nel suo ministero. La gioia di sapersi accompagnati e di avere ricevuto un dono grande dal Signore. La speranza di saperlo testimoniare, di poter dare il proprio contributo per un mondo più umano e più bello.
“A braccia aperte” è stato il titolo dell’incontro, e proprio partendo dall’abbraccio ricevuto, Francesco ci ha invitato ad allargare l’abbraccio per aprirlo a tutta l’umanità, specialmente a chi soffre, “da laici impegnati nelle vicende del mondo e della storia, ricchi di una grande tradizione, formati e competenti in ciò che riguarda le vostre responsabilità, e al tempo stesso umili e ferventi nella vita dello spirito.” Per portare a tutti l’abbraccio che salva, quello del Signore.
Un vero e proprio programma di vita personale e di vita associativa. Da vivere con grande impegno e fede nell’aiuto di Dio.
Franco Ronconi

Papa Francesco oggi ci ha invitato a vivere "A Braccia Aperte" perché l'abbraccio è la via della vita, una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana. Ci ha ricordato che l'abbraccio può salvare, cambiare la vita, ma anche mancare.  E all'abbraccio mancato l'AC si deve rivolgere, a quelle braccia rigide e minacciose che vediamo nelle difficoltà che le persone incontrano nel vivere la fraternità.
La forza delle parole che ha pronunciato il Papa ci ha scosse e smosse. Sono state incoraggiamento e coinvolgimento nella realtà che è il sogno di Dio: tenderci verso gli altri, aprire le nostre braccia e accogliere il prossimo.
Anna Cereda e Francesca Iacovitti